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Innovare in modo sostenibile e gli asset di proprietà intellettuale

sostenibilità e proprietà intellettuale

“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.

Questa è la definizione di “sviluppo sostenibile” formulata nel rapporto «Our Common Future» – il cosiddetto rapporto Brundtland – della Commissione mondiale su Sviluppo e Ambiente delle Nazioni Unite pubblicato nel 1987.

Come innovare in modo sostenibile e qual è il ruolo degli asset di proprietà intellettuale?

Rapporto tra proprietà intellettuale e sostenibilità

Lo sviluppo sostenibile si articola in tre dimensioni: economia , ambiente e società che si intersecano in più punti con la proprietà intellettuale.

In un modello di business incentrato sulla sostenibilità, la gestione degli asset di proprietà intellettuale gioca un ruolo importante per affiancare all’impatto solo commerciale, quello sociale e ambientale. 

La stessa «sostenibilità» può essere considerata un asset intangibile che si affianca alla proprietà intellettuale ed è trasversale alla stessa

È necessario allineare la proprietà intellettuale con modelli di business sostenibile per guidare la transizione delle imprese verso la sostenibilità.

L’innovazione sostenibile mette insieme la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi naturali con il paradigma dell’innovazione aziendale, puntando a fornire beni e servizi essenziali che garantiscano il raggiungimento di obiettivi di valore sociale come la salute pubblica, l’equità e la giustizia ambientale.

È l’innovazione che spinge la società verso la tecnologia pulita, l’economia verde e il commercio pulito. 

L’innovazione sostenibile, o eco-compatibile, è basata su criteri di misurazione delle performance ambientali dei produttori, una comunicazione più trasparente e una domanda più evoluta da parte dei consumatori: è necessario integrare la tecnologia nella strategia e negli obiettivi di sostenibilità. Le imprese italiane, nell’ultimo decennio, hanno mostrato un’attenzione crescente verso l’ambiente e tutte quelle tecnologie innovative che ne favoriscono la conservazione.

Un segnale di questa attenzione si coglie in maniera evidente anche nella dinamica brevettuale, con l’aumento delle invenzioni riguardanti le “green technologies”.

Tecnologie sostenibili, brevetti “green” e WIPO GREEN

I brevetti classificabili come “green” appartengono a molteplici campi tecnici e possono riguardare la produzione e lo stoccaggio di energia da fonti alternative (eolico, solare, geotermico, biomasse derivate, per esempio, dal riuso dei residui dell’agricoltura e della zootecnia), la gestione dei rifiuti, così come i materiali innovativi usati nell’edilizia o finalizzati alla sostituzione delle materie derivate dal petrolio.

Se si effettua un’analisi di dettaglio dei brevetti italiani inserendoli nei 7 campi tecnologici come catalogati nell’ IPC Green Inventory , emerge che le domande di brevetto italiane si concentrano principalmente in 3 ambiti:

- Alternative Energy Production;

- Waste Management;

- Energy Conservation.

 

Tali settori coprono più del 60% dell’intero dataset costruito. (Fonte: Ufficio Italiano Brevetti e Marchi ).

 Nel 2013, l'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) ha lanciato «WIPO GREEN», una piattaforma di scambio per tecnologie sostenibili. L’obiettivo principale della piattaforma WIPO GREEN è quello di agevolare la diffusione di tali tecnologie. WIPO GREEN favorisce infatti i contatti tra chi mette a disposizione e chi cerca questo tipo di tecnologie. La piattaforma comprende una banca dati contenente un elenco delle tecnologie sostenibili esistenti, un network delle cerchie interessate e progetti concreti. 

Le tecnologie sostenibili sono fondamentali per superare le cosiddette sfide globali («global challenges»), quali ad esempio adeguarsi ai cambiamenti climatici o fare uso di un’agricoltura sostenibile.

WIPO GREEN non si limita a offrire tecnologie protette dal diritto della proprietà intellettuale e pronte per essere immesse nel mercato, ma cerca anche di incentivare nel suo complesso lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili.

Recenti studi hanno evidenziato che la capacità di valorizzare i diritti di proprietà intellettuale delle PMI favorisce le probabilità di crescita economica. La tutela dei diritti della proprietà intellettuale è da sempre uno degli ingredienti fondamentali per la costruzione di imprese forti e competitive, capaci di investire e tutelare la propria creatività e la propria portata innovativa, creando così valore aggiunto.

Con l’affermarsi dei nuovi modelli di economia sostenibile delineare strategie di protezione e valorizzazione dei propri asset e definire una strategia per affrontare questa sfida con strumenti adeguati diventa fondamentale.

Ius excludendi e sostenibilità: un fattore critico?

La maggior parte degli studi sui rapporti tra proprietà intellettuale e sostenibilità mettono in evidenza come fattore critico i diritti di monopolio associati alla proprietà intellettuale. L’essenza giuridica del brevetto infatti è lo “ius excludendi che viene ritenuto da molti in contrasto con i fattori caratteristici dello sviluppo sostenibile.

Non sono d’accordo su questo punto: i Diritti di Proprietà Industriale sono un incentivo alla creatività e uno strumento necessario alla tenuta del sistema nel suo complesso e in particolare un fattore strategico per la diffusione di tecnologie green, settore per sua natura votato all’innovazione. Rafforzare le tutele sulla Proprietà Industriale, insomma, non serve a frenare, ma al contrario ad abilitare e accelerare la transizione verso un vero sviluppo sostenibile.

 

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